Ciao Antonella

Antonella Azoti, figlia del noto sindacalista barbaramente assassinato a Baucina nel dicembre del 1946, ci ha recentemente lasciati. L’Archivio Storico “Giuseppe Casarrubea” e il Ce.Do.S. – Centro Documentazione e Studi “Gaetano Pensabene” porgono le più sentite condoglianze alla famiglia.

Pubblichiamo un breve e toccante ricordo scritto da Michelangelo Ingrassia, Direttore del Centro Documentazione e Studi “Gaetano Pensabene” e docente di Storia presso l’Università degli Studi di Palermo. A seguire, una video intervista curata dalla prestigiosa Fondazione Argentina Altobelli con una dichiarazione del suo Vice Presidente, Dott. Stefano Mantegazza.

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Antonella Azoti

Sulle ceneri di Antonella Azoti
Ricordo Antonella Azoti la sera in cui si inaugurò la sede del Centro Documentazione e Studi Gaetano Pensabene. Era presente anche Maurizio Casarrubea. Ricordo che, fermandoci a conversare, ci soffermammo sul fatto che Nicolò, il padre di Antonella, e Giuseppe, il nonno di Maurizio, erano stati entrambi falegnami, comunisti e sindacalisti e che entrambi, trucidati dalla mafia, avevano lasciato figli in tenera età. Figli che si erano poi arruolati in quell’esercito di insegnanti che, per Gesualdo Bufalino, avrebbero sconfitto la mafia. Convenimmo che non si trattava di coincidenze dovute al caso bensì alla volontà degli uomini e delle donne, perché non è per caso che si diventa mafiosi o sindacalisti e non è per caso che si sta dalla parte della giustizia sociale o dell’illegalità. Ed è sempre una questione di volontà studiare un fenomeno criminale come la mafia o praticare un uso pubblico della storia antimafiosa.
Nel ricordo di Giuseppe Casarrubea e sulle ceneri di Antonella Azoti penso che dobbiamo anche all’impegno di Antonella nell’uso pubblico della storia e alla ricerca storica di Giuseppe, lo storico della strage di Portella della Ginestra, la sconfitta culturale della mafia, che oggi non è più nella mentalità quotidiana e soprattutto nelle aule scolastiche e universitarie quella cosa siciliana che faceva anche cose buone, che non uccideva donne e bambini e che manteneva la quiete nei paesi e nei rioni della Sicilia. Motivo in più per essere degni del ricordo di Giuseppe Casarrubea e di Antonella Azoti, che ci ha lasciati domenica 16 gennaio.

Michelangelo Ingrassia

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Fondazione Argentina Altobelli

La Fondazione Argentina Altobelli pubblica una video-intervista ad Antonella Azoti

Il vice-presidente della Fondazione Stefano Mantegazza sottolinea come “Antonella è stata per la Fondazione e per tutta la Uila un importante punto di riferimento. Il suo coraggio, la sua forza e il suo entusiasmo ci hanno affascinato e contagiato. Abbiamo deciso di pubblicare questa intervista non solo per ricordarne la sua alta figura ma anche per proseguire nel lavoro di informazione che Antonella ha condotto fino all’ultimo”.

Nell’intervista, Antonella Azoti ripercorre la triste storia dell’assassinio del padre Nicolò, avvenuto per mano mafiosa quando lei aveva quattro anni; spiega i motivi e le modalità con cui si è svolta la strage ignorata di oltre 50 sindacalisti agricoli nel breve lasso di tempo tra il 1944 e il 1948; rivela la sua vicenda personale, la sua lunga sofferenza e poi, nel 1992, il “risveglio della memoria” che l’ha portata, nel corso degli anni, a raccontare a decine di migliaia di italiani, in particolare studenti, la storia di quegli anni bui e i valori della legalità e della democrazia.

 Il video è visibile al seguente link Intervista ad Antonella Azoti – Fondazione Argentina Altobelli